Habitat naturale o mondo creato?
Non che sino a questo momento la scienza non avesse avuto spazio pubblico, ma ora aspira a sostituire la visione filosofico teologica, a scalzarla assoggettandola, spesso delegittimandola. L’uomo nuovo è homo mensura di tutte le cose, è l’uomo emancipato e libero dai miti della religione, è l’uomo faber suae fortunae. La prospettiva di un uomo completo fatto di fides et ratio, un individuo capace non solo di sapere “come vadia il cielo”, ma pure “come se vadia al cielo” (G. Galilei), si ferma così al Rinascimento. Il mondo, d’altra parte, a partire da ora viene ridotto, in quanto semplice cosa, al mero possesso di esso, alla proprietà privata, capace di consentire al proprietario una totale arbitrarietà d’azione delimitata solo dalla sua conoscenza tecnico scientifica. D’ora in poi le due visioni fede e ragione duelleranno e pochi sapranno mettere alla briglia questi due purosangue indirizzandoli insieme verso la pienezza della vita. Il dibattito scienza e fede oggi non è più attuale per il generale disinteresse ai temi complessi, ma è innegabile come questo trionfo della scienza abbia avuto forti ripercussioni anche nel nostro attuale rapporto col mondo, con l’aspetto fisico dell’esistenza, quello storico pratico e con noi stessi, con la nostra coscienza della vita portando alla totale scomparsa dei dibattiti su etica, morale e senso ultimo della giustizia.
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