La Sindrome di Ekbom

di Mario e Simona Principato

Centro di Ricerca Urania, Perugia (www.edpa.it)

La Sindrome di Ekbom o Delirio di infestazione è una patologia le cui caratteristiche principali furono descritte da Ekbom nel 1938, in seguito all’osservazione di 7 casi di questo fenomeno e dopo una attenta revisione di tutta la letteratura precedente. Colpisce prevalentemente soggetti fragili, emotivamente instabili, facilmente impressionabili, talvolta soli e depressi. È una ossessione caratterizzata dalla convinzione profonda di essere infestati da parassitie da ciò nasce l’esigenza di trattare ripetutamente se stessi ed il proprio ambiente domestico.

Si tratta di un vero e proprio “Delirio dermatozoico”, che nasce improvvisamente, ma in relazione ad un evento preciso, come il contatto con un animale, un cane, un gatto, un insetto o anche in relazione all’ingestione accidentale di qualcosa che poteva contenere dei parassiti o dopo aver indossato i vestiti di un’altra persona ritenuta infestata.

Ciò scatena una reazione psicologica delirante, in cui il soggetto percepisce intenso prurito, sensazione di frequenti punture, di camminamento sulle spalle e, nel tentativo di liberarsi dai parassiti, inizia a lavarsi ripetutamente, ad applicare prodotti disinfestanti, a trattare periodicamente la sua abitazione, spargendo piretroidi ovunque, a cambiare quotidianamente la biancheria del letto e, addirittura a bruciarla, ritenendo che i presunti parassiti siano estremamente resistenti. Questo accade maggiormente in soggetti in età presenile o senile, prevalentemente di sesso femminile.

Contemporaneamente compaiono dei fenomeni allucinatori visivi, in cui il soggetto pensa di vedere dei parassiti nel letto, sui vestiti e persino dentro la sua pelle e li descrive dettagliatamente, li vede muoversi, ne vede le uova e addirittura il “nido”. Questo fenomeno è supportato dall’insorgenza di un prurito insistente, che conferma in lui la convinzione che si tratti di una invasione parassitaria, dalla percezione di punture multiple, dalla scoperta di piccole lesioni sulla pelle, anche microscopiche, dove sicuramente, a suo dire, si annida il parassita. Ecco allora che inizia una fase di scarificazione cutanea, di manipolazione delle presunte lesioni con aghi e lamette ed alla fine il soggetto si deturpa, scavando nella sua pelle e dando origine a delle vere e proprie lesioni, grandi e dai bordi frastagliati, tipicamente autoprodotte (Figg.1,2). A questo punto, generalmente, si reca dal medico mostrandogli le ferite che, nella sua mente, gli sono state prodotte dai presunti parassiti e cerca di convincerlo della veridicità di quanto dice, mostrandogli dei reperti parassitari, che sono, invece, solo peli, pelucchi, frustoli vegetali, raccolti dai suoi vestiti o sulla sua pelle.  Se il medico non riconosce quanto lui dice, viene considerato non bravo, ignorante, ed inizia quindi una fase in cui il soggetto si reca dagli specialisti dai quali si aspetta di ricevere delle cure farmacologiche; si susseguono quindi numerose visite specialistiche che non lo soddisfano, finché decide di agire da solo, ricercando su internet nuovi farmaci ancora più potenti e nuove soluzioni.

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